Gli ambientalisti sollevano la questione dei conflitti di interesse e chiedono un maggiore impegno contro il riscaldamento globale.
Mentre a Dubai è ancora in corso la Cop28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, un gruppo di ambientalisti protesta contro i conflitti d’interesse del convegno chiedendo misure per l’eliminazione dei combustibili fossili.
Gli ambientalisti contro la Cop28
La 28esima Conferenza delle Parti (COP28) delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che rappresenta un pericolo imminente per l’umanità, è in programma fino al 12 dicembre. Sono numerose però le proteste da parte di alcuni ambientalisti, che manifestano contro le aziende del petrolio e del gas, accusate di causare migliaia di morti.
Gli attivisti di Greenpeace hanno organizzato varie iniziative nel sito della Cop28, chiedendo un maggiore impegno contro il riscaldamento globale e l’adozione rapida di misure per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili.
Per limitare il riscaldamento del pianeta entro soli due gradi di aumento rispetto all’era preindustriale (soglia superata già nelle giornate del 17 e 18 novembre), sarebbe necessario fermare la creazione di nuovi giacimenti di carbone, gas e petrolio.
🔴NEW STUDY🔴
— Greenpeace International (@Greenpeace) December 5, 2023
🏭ONE YEAR of fossil fuel emissions could cause an estimated 360,000 PREMATURE DEATHS in the coming decades.
⚠️The report analyses the SELF-REPORTED 2022 emissions of 9 major European oil and gas companies.
📋https://t.co/porrjkWuDa#EndFossilCrimes #COP28
🧵1/2 pic.twitter.com/tBtAKk4f84
La polemica contro i conflitti di interesse
“I progressi sono molto lenti e sappiamo tutti che c’è un enorme conflitto di interessi. E possiamo anche vedere come le voci di protesta vengano soppresse”, ha dichiarato Ina Maria Shikongo, un’attivista per il clima arrivata dalla Namibia.
La Cop28 è stata circondata da polemiche sin dall’inaugurazione negli Emirati Arabi Uniti, a causa della figura del suo presidente, Sultan Ahmad Al Jaber, che è ministro dell’Industria ma anche presidente della compagnia petrolifera emiratina.
A novembre, durante un forum online alla vigilia della Cop28, Al Jaber aveva sostenuto che non esistono prove scientifiche per ritenere che la rinuncia agli idrocarburi produrrebbe un contenimento della temperatura del pianeta. Ma ecco che lunedì, il ministro emiratino ha cambiato idea dichiarando di essere “concentrato come un laser” sulla lotta al cambiamento climatico.
Le proteste continuano anche in Italia
Non solo a Dubai, ma gli ambientalisti hanno deciso di attaccare anche l’Italia, arrampicandosi sulla sede dell’Eni a Roma. La protesta, avvenuta proprio questa mattina, ha posto al centro il problema delle morti potenzialmente legate ai cambiamenti climatici.
La divisione olandese dell’ONG ambientalista ha infatti pubblicato una ricerca che attribuisce a queste aziende la responsabilità di 360mila decessi entro la fine del secolo.
L’azione di @Greenpeace_ITA alla sede dell’#ENI #COP28 pic.twitter.com/0MOxIpQ1Jb
— ReCommon (@Recommon) December 5, 2023